Sostegno concreto alle insegnanti contrarie alla vaccinazione coatta

 

Rare & vintage photos of Soviet Union 

E se continua così, arriveremo presto anche a questo?

 

Il 10 agosto scorso, ho pubblicato una riflessione intitolata: Firmare il consenso informato sotto ricatto.

In quell'articolo trattavo un argomento spinosissimo che si sta dimostrando una vera e propria PIAGA nella Seconda Era Autoritaria del "Sole che sorgi libero e giocondo..." dopo la Roma Imperiale.

Nel cosiddetto "Bel Paese" infatti, l'articolo 2 della Costituzione repubblicana viene ormai violato dai medici che operano, all'interno dei centri di vaccinazione di massa, secondo le precise ed inviolabili indicazioni dell'attuale governo.

Cosa dice l'articolo 2 della Costituzione:

"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale."

Il cosiddetto "dovere di solidarietà politica, economica e sociale" della carta costituzionale del 1948, dopo l'avvento del coronavirus cinese e dei cosiddetti vaccini sperimentali di matrice anglo-americana, è diventato, secondo l'ideologia della Seconda Era Autoritaria che ricorda la Roma Imperiale, un vuoto concetto applicabile solo ai cittadini ma mai allo Stato.

Con le nuove prassi imposte - dopo l'avvento della malattia del pipistrello cinese - per costringere surrettiziamente la popolazione a farsi vaccinare per ottenere al Carta Verde indispensabile per la cir-colazione condizionata, il governo fa carta straccia non soltanto dell'articolo 2 della Costituzione italiana, ma anche di quanto ha probabilmente sottoscritto forse senza leggere quando ha aderito all'Unione Europea, visto che non intende rispettarne i regolamenti.

Dall'articolo: "Genova, maestra di scuola va all’hub per vaccinarsi e scrive sul modulo: “Qui perché obbligata”. Il medico dice no" del Secolo XIX  del 1 settembre 2021 leggiamo quanto segue:

"Al momento di firmare il foglio per l’autorizzazione alla vaccinazione anti Covid 19 Monica Chiavello, 48 anni, maestra di scuola elementare al Lagaccio, prende la penna. E non si limita a una sigla...

«Mi sento costretta a sottopormi a questa vaccinazione perché rischio il posto di lavoro e sono monoreddito» scrive, sul modulo, davanti ai medici nell’hub vaccinale del Teatro della Gioventù. E, ancora: «Accetto di essere vaccinata dal momento che, sotto coercizione e non per mia volontà devo sottopormi come “cavia” in un vaccino in cui non credo a causa della sospensione dello stipendio. Non mi ritengo responsabile di eventuali danni o “effetti avversi” alla mia persona e, in tal caso, pretendo di essere risarcita dallo Stato»...

...Un consenso, quello compilato ieri dalla signora Chiavello, che non è stato ritenuto dai medici idoneo per procedere alla vaccinazione. La maestra di scuola elementare ha contattato le forze dell’ordine che sono arrivate all’hub di via Cesarea. E, sempre lei, annuncia di voler procedere con una vera e propria causa, incaricando l’avvocato Daniele Granara. Ovvero: il legale chiavarese, docente dell’università di Genova e Urbino che, proprio ieri mattina, ha depositato alla Camera e al Senato la petizione di 27.252 mila firme di docenti, personale amministrativo e tecnico, genitori, per il “no” al Green pass a scuola.".

Ma non è tutto:

"...Così per esempio farà anche Erica Matri che ha 48 anni ed è inquadrata come personale Ata (amministrativo e tecnico, ausiliario) al Paul Klee. «Sono fissa dal 2017, ero precaria dal 2008 – afferma Matri – non sono d’accordo nemmeno alla delega che viene data, da parte di alcuni presidi, ai collaboratori scolastici per il controllo della certificazione verde. C’è anche un tema di privacy»...".

...

Questo è solo un piccolo ma concreto sostegno al coraggio delle due Signore che rischiano molto più di quanto noi possiamo immaginare.

L'obiezione di coscienza è sacrosanta in questa situazione assurda e ci aspettiamo molte cause e molti ricorsi anche alla Corte dei diritti umani.

Un essere umano ha infatti il diritto di decidere del proprio corpo e nessuno può surrettiziamente applicare ricatti pseudo-mafiosi per costringerlo a farsi inoculare un siero sperimentale, negandogli, nel caso non sia d'accordo, addirittura il lavoro ed il sostentamento.