Editoriale alternativo



Ciò che potete leggere su queste pagine personali, meglio note come “blog” nella definizione anglofona, viene evocato già, in grande sintesi, dal nome di dominio “nEUROMApolitico” e dalla relativa immagine composita ad esso associata.

Questo dominio richiama per analogia una patologia neurologica di matrice politica, data da quell’insieme di sintomi o, meglio ancora, da quella sindrome che, in Europa, si nasconde dietro il rapporto tra ROMA e l’EURO della cosiddetta Unione EUROpea.

L’immagine principale associata a tutte le pagine del “blog”, che rappresenta il caravanserraglio europeo che arriva fino a “Costantinopoli”, intende evocare i vecchi “fantasmi” del passato che si celano dietro il cervellotico progetto di quella che in realtà sarebbe meglio chiamare Disunione Europea, che pare nata dalle lontane ceneri del Sacro Romano Impero che, ben ricombinate, alludono alle basi ideologico/economiche, o meglio strutturali e sovrastrutturali, che sfociano in quello che non è altro che un malsano groviglio mercantilistico di interessi finanziari, associabile alla città olandese di Maastricht.


Maastricht

 

 

Un groviglio che continua ad essere propagandato positivamente sui media mainstream di Regime, come fosse una “sacrale” ed appassionata Unione di cittadini europei che, al contrario, non si conoscono, non si capiscono, non si sopportano, ovvero, in soldoni o Euroni, si ignorano, a causa delle loro diverse culture linguistico/religiose di base che, parafrasando Max Weber, sono poi le più diverse ed inconciliabili culture economiche, sociali e politiche del vecchio continente.

Ma Roma, è innanzitutto la Roma dei Papi per tutte le capitali europee che la osservano da lontano.

L’Italietta politica, con la sua capitale che evoca i grandi fasti di un passato remoto, non rappresenta una nazione europea sana ed affidabile per il resto dei cittadini europei, che non merita il rispetto dei popoli laboriosi che ad essa maldestramente si sono associati. E non lo è neanche perché Roma, per troppi europei, è solo l’inginocchiatoio d’Europa, dove, subito dopo l’inchino al Papa di turno, si preferisce fare un bel bagno nei mari caldi delle spiagge d’elite, non ancora completamente devastate dal turismo di massa in estate, o una visita culturale ai musei nelle città d’arte in inverno, per poi, subito dopo, assaporare i famosi spaghetti, magari al suono di un dolce mandolino.



Roma è quindi, di diritto e di fatto, esclusivamente l’inginocchiatoio d’Europa e del Mondo e non la capitale di un paese laico europeo (si vedano le scene della presidente dell’Unione che comincia il suo tour in Italia con la visita dal Papa, prima di incontrare gli "alti prelati" della politica nazionale), sul quale aleggiano, economicamente parlando, gli antichi strali dei luterani e dei calvinisti nord europei.

Gli strali, devono essere intesi come le più aspre critiche “mercantiliste” odierne a un Paesespendaccione”, mal costruite da una pungente ironia che vorrebbe, ma non può realmente rappresentare, ciò che veramente si cela dietro il santo inginocchiatoio Vaticano.

La famosa demo-cristianità che ha messo in piedi un’inaffidabile arlecchinata politica che arriva fino al Parlamento europeo, fatta di soggetti obnubilati dal baciamano al Cardinale di turno, dalla Santa inquisizione che aleggia, senza soluzione di continuità, soltanto nei nostri tribunali nazionali o nelle Agenzie dell’usura legalizzata, dal familismo del posto fisso pilotato, dalle corporazioni protette dagli Ordini professionali che oggi sospendono o radiano i medici non allineati all’agenda Vaticana della pandemia, o, diversamente, dal calcio mercato, dalla pizza, dagli spaghetti dell’Americano Alberto Sordi e naturalmente dal famosissimo e rilassante mandolino napoletano, che fanno dimenticare all’italiano medio quanto lei o lui siano sudditi di una casta porporata che fa affari d’oro, per fini veramente poco nobili, come oggi la guerra, la tratta degli schiavi africani, o le pandemie o-ccidentalmente progettate.

Ed è proprio per questi e molti altri ben velati motivi che noi italiani ci facciamo riconoscere!

Ma cosa in effetti si celi dietro questa rappresentazione caricaturale che fa capolino troppo spesso  nelle invettive del solito Premier olandese, della chiassosa Oktoberfest di Monaco di Baviera o all’interno della profonda spocchia egoica della pacchiana Parigi modaiola, deve essere meglio compreso e chiarito una volta per tutte, onde evitare che un intero popolo, assoggettato alla dittatura dei banchieri dell’obolo, venga reso definitivamente schiavo del Nuovo Ordine Mondiale, nel suo nuovo ruolo di cameriere della solita OktoberFEST franco/tedesca, così com’è già più volte accaduto fin dai tempi del Sacro Romano Impero.

L’Italia, così come la Grecia, sembra destinata quindi al Grande Reset dei banchieri dell’obolo, che per lei significa trasformarsi nella vasca da bagno dell’Unione (Sovietica) Europa, o ancora nel più putrido centro di accoglienza dei disperati provenienti dall’Africa, che tentano inutilmente di entrare in Europa, quella del vero benessere, costretti come sono ogni giorno a dormire accatastati nei lager sui pulciosi materassi dell’accoglienza o, su suggerimento del suo solito governo gattopardesco Vaticano, a vagare senza meta per le città d’arte, che tirano le fila della disfatta della razza italica che, avendo mangiato ormai la foglia dell’ipocrisia monetaria neuromana, non figlia più o più semplicemente, quando può, manda i propri figli residui all’estero.



Si dirà che questa è una rappresentazione sociologica volgare e populista. Ma, in fondo, questo è ciò che accade ogni santo giorno davanti ai nostri occhi, soprattutto oggi che gli italiani si apprestano a rinfrescarsi le budella, in attesa delle nuove elezioni pilotate del 25 Settembre prossimo, dopo aver lavorato fino alla fine del mese di Luglio per pagare le tasse ed i balzelli imposti dalle cricche ideologicamente aderenti all’elemosina di Stato, sconosciuta ai protestanti del nord Europa.

Chi paga infatti le manutenzioni ordinarie e straordinarie di San Pietro?
Non certo il ridanciano premier calvinista olandese Mark Rutte!



Non passa giorno che, tra le crisi dei governi pilotati dalle sottocurie nazionali, le televisioni inginocchiate non diffondano immagini di bambini africani morenti, che solo noi italiani dobbiamo mantenere in vita con l’obolo, mentre qualcun altro incassa i proventi per farli dormire, ormai cresciuti, sui pulciosi materassi dei centri di accoglienza della solidarietà a chiacchiere, che premia più le cooperative sociali ed i loro sponsor, piuttosto che gli immigrati.

Quando sentite parlare di autorevoli governi di responsabilità, pensate prima al significato di questi ed altri fantasmi che aleggiano sul nEUROMApolitico.

 


L’EURO infatti, per noi italiani, è stato un ottimo affare per raggiungere rapidamente il fallimento definitivo del nostro popolo niente affatto sovrano.

L’Europa pandemica, propedeutica alla provocazione di una guerra contro la Russia, non è nient’altro che lo strumento indispensabile per imporre il Nuovo Ordine Mondiale anche a quanto rimane del popolo italiano, attraverso quella cultura che ha origine nel Mein Kanf germanico, che oggi porta il nome di Great Reset.

L’ultimo curatore fallimentare della nostra cosiddetta democrazia, con la sua narrazione demo-cristiana non ha compiuto nient’altro che il lavoro sporco che gli era stato chiesto di fare, affidandosi alla gesuitica Santa Inquisizione. Ed invece di santificarlo, faremmo molto meglio a rendercene conto subito, prima che sia troppo tardi. Abbiamo infatti poche settimane a disposizione per fermare questa nuova e gigantesca manipolazione elettorale.

Serve subito riunire l’enorme blocco sociale “ghibellino” che non vota più, l’unico che può fermare questa deriva autoritaria del Grande Reset internazionale, che fa perno proprio sul banco Vaticano, per portare a compimento il definitivo furto dell’intero patrimonio italiano, risparmi compresi.