Alzheimer

 

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"A potential association between COVID-19 vaccination and development of Alzheimer’s disease"

 

Perché Alzheimer?

Mentre ci troviamo immersi nello scempio delle due guerre post COVID-19, essendo ormai rischioso scrivere delle neo-guerre occidentali con seria onestà intellettuale, non è affatto secondario parlare di ciò di cui quasi nessuno parla e che, di fatto, si dimostra il vero silenziatore delle suddette guerre.

Ci sono diversi casi di Alzheimer anche in Italia in persone di "età pari o superiore a 65 anni".

Sono giunte infatti fin qui notizie private e riservate di diverse persone (prevalentemente donne) che hanno assunto vaccini ad mRNA per obbligo di ricatto normativo, che hanno avuto un decadimento fisico e mentale dopo il 2020, associabile solo dopo lunghe e difficili ricerche a una presunta malattia neurodegenerativa diagnosticata come Alzheimer.

Le diagnosi sono alquanto recenti e non mettono mai in relazione il suddetto decadimento cognitivo con l'assunzione del "vaccino" imposto come un vero e proprio obbligo da parte dallo Stato italiano per molte categorie. Vi è infatti il terrore da parte della maggioranza dei servizi sanitari regionali e dei medici che operano ancora al loro interno anche solo di immaginare una relazione tra i cosiddetti vaccini ad mRNA e la suddetta malattia che terrorizza chiunque la senta anche solo nominare (medici compresi...ovviamente).

Cara Signora...dunque...all'età di 65 anni...ha contratto l'Alzheimer! Una cosa normale...insomma!

Una tragedia personale e familiare che ormai coinvolge nel silenzio generale diverse comunità nazionali che non hanno neanche il coraggio di chiedere il perché ad una classe medica che non può parlare.

Come tutti i lettori di questo blog sanno molto bene, qui purtroppo si dubita e quindi si ricercano sempre informazioni nel merito.

Ed è così che, con pazienza, sono andato a scavare nei meandri del web, dove ormai si trova prevalentemente solo una continua ed ininterrotta propaganda a favore del cosiddetto vaccino salvifico che, come si sa, ad oggi ha prodotto in molti casi: turbocancro, morti improvvise di persone giovani e giovanissime, cardiopatie di vario genere e gravità, nonché fortissimi dolori, problemi neurologici e fisici con annessa sedia a rotelle cronica, eccetera...eccetera...eccetera.

Si tratta dei famosi "effetti avversi da vaccino contro il COVID-19" di cui parla con grande competenza solo la Commissione medico scientifica indipendente, visto che dell'argomento si preferisce non fiatare sui media mainstream per non sollevare il polverone che potrebbe dimostrarsi un nefasto boomerang per la medecina di Regime, in coincidenza dell'apertura dei lavori della Commissione parlamentare (bicamerale) di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus SARS-CoV-2.

Meglio tacere...dunque!

Qualcuno nelle alte sfere spera infatti di "pararsi le terga" (dicesi anche il "culo" in gergo) facendo carte false per evitare che si diffondano notizie al grande pubblico che potrebbero risvegliare il "can che dorme", ovvero il Popolo, ormai non più sovrano.

Ed allora, dopo una lunga pausa di riflessione, che deriva da quella mostruosità che si chiama Digital Servicies Act, la "legge" europea sui servizi digitali che, in soldoni, si traduce con "censura" contro tutto ciò che non è in linea con la narrazione o, se si preferisce, narrativa dominante.

Rischiando quindi la censura da parte delle cosiddette "very large online platforms and search engines under DSA", saremo molto precisi nel tradurre l'articolo citato in copertina: "A potential association between COVID-19 vaccination and development of Alzheimer’s disease", convinti come siamo che ritornare all'epoca del III Reich in Europa non sia una cosa ammissibile, malgrado i maldestri tentativi da parte dei nostalgici dei vecchi Regimi autoritari di opporre una durissima resistenza alla libera informazione a vantaggio dei popoli occidentali europei. Buona lettura!

 

La nostra Traduzione

Una potenziale associazione tra la vaccinazione COVID-19 e lo sviluppo della malattia di Alzheimer.

Sfondo

Le sfide della pandemia di COVID-19 si estendono alle preoccupazioni sugli effetti collaterali dei vaccini, in particolare sui potenziali collegamenti con malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer (AD).

Scopo

Questo studio indaga l’associazione tra la vaccinazione COVID-19 e l’insorgenza dell’AD e il suo stato prodromico, lieve deterioramento cognitivo (MCI).

Progetto

È stato condotto uno studio di coorte (analisi dei fattori di rischio) retrospettivo a livello nazionale sfruttando i dati del servizio nazionale di assicurazione sanitaria coreano.

Metodi

Lo studio, condotto a Seul, in Corea del Sud, ha analizzato i dati di un campione casuale del 50% di residenti della città di età pari o superiore a 65 anni, per un totale di 558.017 individui. I partecipanti sono stati divisi in gruppi vaccinati e non vaccinati, con vaccinazioni che includevano vaccini mRNA e cDNA. Lo studio si è concentrato sull’incidenza di AD e MCI post-vaccinazione, identificati tramite codici ICD-10, utilizzando analisi logistiche multivariabili e analisi di regressione di Cox. I pazienti con demenza vascolare o morbo di Parkinson sono serviti come controlli.

Risultati

I risultati hanno mostrato un aumento dell’incidenza di MCI e AD negli individui vaccinati, in particolare quelli che ricevono vaccini mRNA, entro tre mesi dalla vaccinazione. Il gruppo del vaccino mRNA ha mostrato un’incidenza significativamente più elevata di AD (odds ratio [OR]: 1,225; intervallo di confidenza al 95% [CI]: 1,025–1,464; P = 0,026) e MCI (OR: 2,377; CI: 1,845–3,064; P < 0,001) rispetto al gruppo non vaccinato. Non è stata trovata alcuna relazione significativa con la demenza vascolare o la malattia di Parkinson.

Conclusioni

Prove preliminari suggeriscono un potenziale legame tra la vaccinazione contro il COVID-19, in particolare i vaccini a mRNA, e l’aumento dell’incidenza di AD e MCI. Ciò giustifica la necessità di ulteriori ricerche per chiarire la relazione tra le risposte immunitarie indotte dai vaccini e i processi neurodegenerativi, sostenendo il monitoraggio continuo e l’indagine sugli impatti neurologici a lungo termine dei vaccini.

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